Finitezza e regole

fumetto_regoleCome abbiamo intravisto la perdita di un confine chiaro tra spazio dedicato al retroscena e spazio dedicato al palcoscenico comporta un esponenziale aumento del rischio di nascita di situazioni conflittuali nella comunicazione.

L’anarchia causata dalla scomparsa delle regole formali, da alcuni forse troppo presto giudicata conquista di libertà e dalla scomparsa della struttura autolimitante che gli uomini si danno con la crescita culturale fuori dal semplice schema biologico, rende ancor più pericoloso e difficile raggiungere pacificamente l’obbiettivo comunicativo.

La società di oggi viene spesso definita come la società della trasparenza ma su questo termine, trasparenza, e sull’effetto che esso comporta per la comunicazione serve far chiarezza.

Ricordiamo cosa abbiamo accennato sul tema palcoscenico e retroscena, ricordiamo ancora lo scarso successo, o meglio l’insuccesso che hanno ottenuto le video telefonate 3G probabilmente proprio per la loro invadenza in aree di confine e di passaggio tra palcoscenico e retroscena.

Mostrare tutto?
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La stessa politica, oggi travolta dalla richiesta di trasparenza, si trova nella complicata situazione di dover gestire il problema del retroscena, spazio negativo o positivo?

Proviamo a pensare, per un attimo, a cosa succederebbe se i politici fossero ripresi come in un grande fratello 24 ore su 24 ore.

La loro aurea di uomini tutti di un pezzo, di persone serie e competenti o altre caratteristiche simboliche riconosciute dai cittadini come positive sarebbero costantemente messe a dura prova da immagini contraddittorie, immagini di persone che pensano riflettono e dubitano costantemente, persone che provano gli spartiti del loro ruolo (diverso in ogni ora e luogo della giornata) fino a trovare quello che ritengono più opportuno per quell’evento, esattamente come gli attori che fanno le prove e si esercitano per recitare il ruolo loro assegnato ma con una differenza, noi lo facciamo costantemente, ogni istante, in ogni interazione con gli altri anche quando non lo esterniamo.

Se immaginiamo di mostrare questo retroscena cosa potrebbe succedere alla nostra comunicazione?orsone-cucina-a-vista-640x426

La trasparenza integrale toglie ogni aurea al personaggio, elimina i confini tratteggiati dalla coreografia, dalla drammaturgia e dalla scenografia per rendere i personaggi  spianati e livellati, anche il tempo diventa trasparente, nel suo incedere senza differenze.

In definitiva, questo processo rende tutto pornografico, immediato, senza singolarità, un “inferno dell’uguale” scrive Han Byung-Chul.

L’effetto di questo ugualitarismo comunicativo è la non comunicazione, in violazione dell’assioma noto come 1° assioma della comunicazione per cui: “È impossibile non comunicare in un qualsiasi tipo di interazione tra persone”.

Se si definisce l’informazione come la percezione di una differenza (Bateson) come si può comunicare nel totale ugualitarismo, senza alcuna differenza informazione, senza alcuna percezione delle differenze come, ad esempio, quella tra palcoscenico e retroscena resi uno trasparente all’altro?

La rinuncia alla sfera privata, letta nei termini della rinuncia della divisone tra palcoscenico e retroscena annulla completamente l’unicità individuale che è definita proprio nella differenza tra ciascuno. Si evidenzia così un uomo che comunica come una macchina, seguendo le regole di una macchina, con un significato delle parole limitato a quello denotativo, senza alcun significato connotativo legata al contesto, al capitale culturale, sociale ed economico posseduto da ciascuno e come ogni significato denotativo, la sua connotazione è lasciata integralmente (o quasi) al ricevente il quale opera in un contesto diverso e interpreta o decodifca il messaggio come pià gli aggrada non avendo alcuna cornice, limite di spazio o tempo, ad aiutarlo.

L’importanza di queste considerazioni sembrano a prima vista lontane dall’utilità per chi si trova a fare i conti con la comunicazione tramite i social e vuole renderla efficace. In realtà serve comprendere bene quali siano i meccanismi e i rischi di questa comunicazione se si vuole renderla veramente efficiente ed efficace.

Non comunicazione

L’effetto di tali procedure ora è chiaro, si comunica senza informare perché il messaggio, immesso nel canale, è spoglio di quei meta-dati che permettono al ricevente di leggerne le differenze, i messaggi vengono decodificati secondo un codice unico, come allo stadio nella curva dei tifosi della squadra di casa ci sono inevitabilmente solo i tifosi di quella squadra e se qualcuno non lo è, ben difficilmente lo farà vedere, e se succede sarà catalogato come un matto, un irregolarità non ripetitiva.

L’odierno sistema propende in tutt’altra direzione rispetto a quella libertà espressiva che ci viene raccontata, vende a noi tutti una teoria della semplificazione degli atti comunicativi che porta, inevitabilmente, ad un linguaggio puramente meccanico, operazionale, on/off nel tipico linguaggio dei bit e a cui manca ogni ambivalenza essendo alla ricerca della perfezione assoluta che annulla ogni differenza cercando di far scomparire la negatività in una coercizione semplificata di positività uniforme, trasparente.

Una difesa da questa omogenizzazione è ritrovare il piacere di ascoltare quello che il mittente vuole dirci e non decodificare il messaggio solo per quello che ci piace, ed in questo, chi “messaggia” deve collaborare inserendo nel messaggio i dati per poterlo decodificare correttamente e deve inviarlo  nel contesto giusto al momento giusto.

Un esempio di effetti perversi della semplificazione culturale attualmente in atto è ben spiegato in questo video:

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