Intro…

Sicuri di riuscire ad interagire al meglio sui social?

images (17)Nato nel 2004, il social Facebook si è diffuso velocemente, quasi come un virus prima lungo l’asse universitario americano poi tramite la rete web, in tutto il mondo.

La sua diffusione in un ambiente già esistente può trovare similitudini, con la dovuta contestualizzazione, con un altro evento storico di un epoca lontana: la diffusione del cristianesimo nell’impero romano.

Allora furono le strade romane ad essere la via di comunicazione che permise il veloce diffondersi, in tutta l’Europa di allora, del cristianesimo, nuova religione monoteistica ed individualista che soppiantò velocemente le antiche religioni politeistiche e collettive. Oggi sono le strade informatiche, via di comunicazione ultra rapide, a permettere che in pochi anni il contenuto comunicativo individuale dei social si sia impadronito del web stesso cosi come il cristianesimo si impadronì dell’impero romano.vie

Il cristianesimo riuscì a sconfiggere antiche tradizioni politeistiche grazie al suo messaggio di salvezza individuale che scalzò lo storico impianto di regole sociali centrate sulla comunità-collettiva che non davano gran peso alla salvezza individuale perché il primo obbiettivo era la sopravvivenza collettiva degli uomini alla forza della natura cercando di evitarne gli effetti distruttivi per le attività umane (soprattutto in agricoltura). La carità cristiana che prevede la possibile salvezza individuale porta il singolo ad acquisire una nuova libertà nel determinare la sua vita abbandonando il vincolo collettivo.

WEB 2.0

Il weimages (18)b 2.0 si è presentato a tutti noi proprio come una liberazione dell’individuo dai vincoli e dalle limitazioni comunicative fino ad allora concesse solo a chi aveva i mezzi e l’autorità, con il web 2.0 tu stesso, chiunque tu sia e dovunque tu sia, puoi comunicare, in tal senso è avvenuta una liberazione individuale.

Gli anni 2008/2009 videro accelerare la diffusione di Facebook  anche in Italia ed oggi sono oltre 28milioni gli account italiani attivi nelle diverse piattaforme social su una popolazione di 60 milioni.

Nel settore dei media si accende una forte competizione per guadagnare “campo” da parte di nuovi player e per non perderne da parte di chi era già presente (Televisione-Radio-Quotidiani-Cinema), soggetti che non vogliono far posto alla crescita della comunicazione mediata dal computer dove il mittente del messaggio poteva essere (è) chiunque e a costi accessibili per tutti. I  cambiamenti non si sono limitati alla solo suddivisione dello spazio disponibile.

Anche l’interazione, prima limitata nella tripartizione thompsoniana della interazione diretta, mediata e quasi mediata, ha subito un rimescolamento in cui tutte e tre i modelli possono essere contestualmente presenti nei media nel medesimo atto comunicativo, dando forma a nuove situazioni che spesso, non riconosciute, risultano perverse trappole per chi non percepisce le differenze rispetto all’interazione tradizionale (in presenza).

Contesto tecnologico

Gli effetti della comunicazione mediata dal computer si manifestano anche nella caduta del sipario che divideva retroscena e pFullSizeRenderalcoscenico. Immagini e squarci del retroscena compaiono in varie forme sul palcoscenico dei social sconvolgendo grammatiche consolidate da anni di prassi e manuali del bon ton scritti o anche solo trasmessi di padre in figlio.

Già la televisione, soprattutto con la diretta e poi con l’alta definizione, aveva aperto una finestra sui retroscena, ma questa finestra restava gestita da un soggetto emittente in un interazione quasi mediata, ossia dove il destinatario non era individuabile ed il messaggio restava comunque prodotto sotto lo stretto controllo dell’emittente medesimo.

I retroscena erano mostrati di rado, spesso più per un errore che per scelta, almeno fino all’arrivo di trasmissioni come il Grande Fratello dove la trama stessa era proprio il retroscena che conquista la totalità del palcoscenico.

download (22)La Tv a colori e soprattutto l’alta definizione hanno obbligato ad una maggior cura dell’immagine nel minimo dettaglio da parte dei personaggi ripresi dato che nessun dettaglio si perde (pensiamo al confronto con la scarsa definizione della Tv in B/N) nelle riprese s volte con l’impietoso occhio in alta definizione della telecamera, un’altra squarcio sul velo che copriva il retroscena (pensiamo ai segnali circa la reale età del soggetto).

Il dettaglio, che fino ad allora, pur presente nella realtà, non era rappresentato nello schermo per un semplice motivo tecnologico (che qui fungeva da sipario) compare nella sua devastante precisione con l’alta definizione, quel dettaglio che solo in un interazione diretta molto stretta poteva apparire, diviene ora rappresentato a tutti  senza alcuna distinzione di casta, il re è nudo per tutti, trasparenza dell’uguaglianza.

Nei social individuare il sipario non é così facile, la trasparenza dei confini si palesa subito, così come la liquidità della trasparenza che ci permette di nasconderci dietro un avatar anonimo ma fa sì che tutto il nostro agire lasci traccia e siamo obbligati, per usufruire dei servizi di comunicazione offertici dagli attuali player del mercato a far sì che essi possano vedere tutto quanto succede nel nostro retroscena.

Interazione e mutamenti

In questi primi e pochi anni di esperienza sulla modalità di interazione, sull’efficacia della comunicazione e sugli effetti nei comportamenti dei cittadini, nei e dall’uso dei social, emerge che se i social hanno cambiato alcune regole della comunicazione, alcune regole sociali hanno cambiato e plasmato i social influenzandone le modalità del loro sviluppo.

Volenti o nolenti, i social sono una rappresentazione di una realtà umana come l’interazione comunicativa trasportata in un mezzo virtuale, rappresentano una esistente società umana con le sue regole di interazione consolidate da centinaia di anni di storia e cultura finalizzate a quella interazione, con l’uso dei simboli, che ne ha distinto l’evoluzione dalle altre specie viventi.

Bibliografia breve

L’obiettivo di questo breve testo è solo di evidenziare quali possono essere alcuni dei nodi cruciali da tener presente quando si vogliono usare i social per comunicare prendendo spunto da alcuni testi scritti anche in epoche nelle quali i social non esistevano (qui linkati ad Amazon):

“La vita quotidiana come rappresentazione” di Erwin Goffman,

“The Media and Modernity “di J.B. Thompson

“La società della trasparenza” di Byung-Chul Han

“Nello sciame” di Byung-Chul Han

“Il Filtro” di Eli Pariser

“Teoria dei Simboli” di Norbert Elias

No sense of place” di J. Meyrowitz

“Goffman, la metafora drammaturgica” di Francesca Panzacchi

“Don Chisciotte e il problema della realtà” di A.Schutz

“La comunicazione generativa” di L.Toschi

“L’uomo e la cultura” di L.Rosati

 

Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo:

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi